“You Know”, il pezzo del duo Zeds Dead e Oliver Heldens pubblicato in queste ultime ore, e la recente riedizione di “Promesses” di Tchami, riaprono il dibattito sulla Future House.
VIDEO: ZEDS DEAD E OLIVER HELDENS – YOU KNOW
E’ un nuovo genere? E’ un mix di generi già esistenti? Quali sono le sue prerogative? Se lo stanno chiedendo in molti: sulla rete è già partito un brainstorming che quasi sfocia nell’esistenziale.
@dances what’s future house ???
— Rob Threezy (@robthreezy) 27 Gennaio 2015
Tchami è stato uno dei primi a taggare con Future House i suoi pezzi su Soundcloud e anche uno dei primi a provare a definirla: “Nella mia mente, la Future House è ‘tutti i tipi di musica che non sono ancora stati inventati’ quindi non la considero un genere. Penso che la gente chiami future house la mia musica perché è molto specifica e funge da ponte tra l’house e l’EDM, che non è una brutta cosa”.
VIDEO: TCHAMI – PROMESSES
Anche Oliver Heldens è considerato tra i pionieri della Future House, cosa che gli è costata una lite virtuale proprio con il francese.
Tra i due litiganti, il terzo spiega: secondo Laidback Luke, la Future House è l’avvenire della dance music. “Sono davvero preso dalla Future House in questo momento – ha confessato il DJ olandese – dal mio punto di vista, è la deep house mixata con l’EDM. Questo apre la porta su un nuovo campo, in cui possiamo muoverci. L’EDM infatti ha ormai raggiunto il culmine e non sappiamo più cosa davvero è creativo. La Future House è una tavolozza con cui sperimentare, andando dove nessuno è mai stato prima”.
Quindi riassumendo: la future house si propone di colmare il gap tra club e festival, ovvero ricerca sonorità che si adattino sia all’ascolto in radio, sia al movimento in pista. Staremo a vedere se sarà davvero il futuro della dance music: voi che ne dite?