Di passaggio in Italia per una serata allo Shed Club di Busto Arsizio, in provincia di Varese, Vega ha risposto ad alcune domande di Scuola Furano. E poi è salito in console a fare la storia, come ogni volta che suona.

top-dj-vega(foto di Marco Vitelloni)

Complimenti per il cofanetto, ascoltandolo e conoscendo il vostro repertorio si vede proprio che l’intenzione è quella di far conoscere il vostro stile a 360 gradi anche ai più giovani. Vista la confusione odierna, dove spesso la dance viene scambiata con la house ad esempio, qual è la tua “definition of house”?

Uno stile ed una filosofia di vita, in grado di abbracciare più generazioni e di unirle, sempre all’insegna della musica di qualità.

Allacciandomi sempre al discorso di definizione, viste le tue origini e la tua passione per la disco music, come ad esempio la raccolta per i 25 anni della West End, che cosa è diventata oggi la Disco e se conosci o ti riconosci in questo movimento “Nu Disco” che spesso si vede in determinate classifiche di vendita?

Dipende da che cosa si intende per Nu Disco, per la disco in quanto tale abbraccia così tanti generi musicali che in realtà non credo ci abbia mai abbandonati, la disco abbraccia la musica di almeno tre/quattro decadi. Non parlerei di un suo ritorno, di un sua versione più moderna o 2.0, anche perché è sempre stata con noi e sempre lo sarà.

“Per un dj contano tantissimo la sua storia,
il suo percorso, quello che nella sua vita ha sempre fatto”

Sei un produttore e fai parte di un duo molto prolifico, vista la freschezza o immortalità di molte vostre tracce nei tuoi dj set suoni sempre brani “classici” o li rinfreschi con nuove uscite? Lo dico perché giustamente a memoria per le nuove generazioni un “Voices in my Mind (MAW rx)” del 1994 non sfigura nemmeno adesso 20 anni dopo in revival (future) garage.

Per un dj contano tantissimo la sua storia, il suo percorso, quello che nella sua vita ha sempre fatto. Io sono stato davvero fortunato, ho vissuto sin dalla nascita il movimento che ci ha portato dove siamo adesso; io sono da sempre un certo tipo di musica, quindi non faccio differenza tra una traccia e l’altra in base alla loro data di uscita, un dj ha davvero tantissima musica da poter proporre, è un peccato limitarsi alle solite cose.

Quale può essere una sostanziale differenza tra il suonare negli States o in Europa, mi viene in mente immediatamente forse una differente maniera di sentire il groove, ma questa è solo una mia opinione….

No, impossibile. Ogni sala, ogni discoteca ha una sua propria energia, una sua situazione, questo soltanto conta. Di conseguenza un dj deve in ogni circostanza saper canalizzare l’energia che non aspetta altro che esplodere; ogni set fa storia a sé, ogni serata è diversa da tutte le altre.

SONY DSC
(foto di Marco Vitelloni)

Parlando ad un giovane ragazzo che ascoltando il vostro cofanetto scopre un mondo, che cosa ti sentiresti di suggerirgli e di proporgli come “basics” eccetto i MAW ovviamente?

Si deve partire dai proprio gusti e dalle proprie attitudini di base e da lì spaziare, viaggiare, sognare, senza scegliere acriticamente quello che il mercato suggerisce e propone. Ognuno guardi dentro se stesso e poi si lasci andare. Sempre all’insegna del ritmo e della melodia; due fattori che devono coesistere, l’uno senza l’altra si depotenziano.

Parlando di nuovi supporti e tecnologie, a te, Louis Vega, famoso per tutte le acapellas messe sopra altri mix durante un tuo set, la possibilità di avere tutto dentro un HD o in alcuni cd invece che in una valigia di 12” ti ha cambiato la vita o essenzialmente è sempre la stessa cosa?  

Utilizzo le chiavette Usb, non il computer, e le trovo molto comode; ho suonato per anni anche utilizzando 6 piatti, quindi la mia non è ovviamente una scelta tecnica ma dettata esclusivamente dalla comodità, soprattutto quando si viaggia tanto in aereo come me.

“Ognuno poi però sappia scegliere la propria strada, scelga i propri modelli di riferimento e poi sia la mente più aperta possibile”

Visto che il pubblico di TOP DJ è giovane e curioso se potresti darci alcuni nomi dj di riferimento che ti hanno aiutato nella tua crescita artistica in modo che nel caso non li conoscano se li vadano a cercare e studiare.

Afrika Bambaataa, Jazzy B, i djs dello Studio 54, del Paradise Garage, la musica da strada come l’hip hop, la musica house dei primi locali underground. Ognuno poi però sappia scegliere la propria strada, scelga i propri modelli di riferimento e poi sia la mente più aperta possibile.

Si ringrazia Daniele Spadaro e Danilo Durante.

ISCRIVITI ALLA FANPAGE:

Articoli Correlati

Comments are closed.

SOCIAL