Diciamo che se agli inizi del duemila avevate più di otto anni o quantomeno una minima conoscenza informatica avrete probabilmente considerato Napster una svolta epocale.

Sembra l’altro ieri eppure sono passati ben 15 anni da quando Shawn Fanning e Sean Parker crearono Napster, il primo sistema peer-to-peer di massa. Ben 15 anni di giorni avvincenti e processi travagliati adesso raccontati dal New York Times.

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Il giornale statunitense ha recentemente incluso tra i suoi Retro Report un mini documentario sulla storia del popolare sito di file sharing. Dodici minuti per raccontare intuizioni e perplessità attorno a Napster: un’idea nata- come molto spesso accade – in un dormitorio universitario e finita in breve tempo davanti alla cattedra di un tribunale.

Fu Napster la primordiale causa del declino dell’industria discografica? O fu quest’ultima a non sapersi adattare al cambiamento tecnologico e del mercato?

“People’s emotional ties to music were more than enough to overwhelm any
kind of security or privacy concerns.”

(Ali Aydar, Sviluppatore)

 In definitiva, possono le emozioni essere messe in vendita?

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